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Negli ultimi trent’anni, parallelamente allo sviluppo delle tecniche legate al campo ostetrico, anche il ruolo dell’ostetrica stessa è mutato divenendo più articolato e complesso. Non a caso, oggi si parla di vera e propria “specializzazione” del ruolo, o meglio, di approfondimento e perfezionamento dell’ambito della sfera femminile a 360 gradi. Quindi non più soltanto per quanto concerne il supporto prenatale e neonatale, ma anche allargando il campo di interesse all’aspetto sociale.
A spiegarci meglio di cosa si tratta è la dott.ssa Cristina Zolesi, Specialista in Ostetricia presso il Centro Medico Spallanzani di Parma: “In virtù di un quadro di analisi sempre più variegato, negli ultimi anni la mia attività si è concentrata su donne di ogni fascia d’età, senza distinzione tra quelle in età fertile, perimenopausa e menopausa, ma anche sul nucleo familiare nella sua visione di insieme. Più in dettaglio – spiega la Dott.ssa Zolesi – ho scelto di approfondire l’aspetto sociale della nuova famiglia che sta nascendo, insieme alle numerose problematiche che possono sopraggiungere e accompagnarla nel raggiungimento del nuovo equilibrio”.
La figura dell’ostetrica diventa così una presenza fondamentale non solo per le future mamme, ma anche per i futuri padri e per l’armonia di insieme, quella capacità di reazione positiva e adattamento alla nuova realtà di genitori.
“Sostanzialmente vuol dire fornire ascolto e sostegno pratico alle difficoltà emergenti, in special modo se si tratta del primo figlio e la coppia vive lontana dalla famiglia d’origine – sottolinea la dott.ssa Cristina Zolesi – I dubbi sono numerosi, questo accade perché alle nostre generazioni è mancata quella preziosa trasmissione per esperienza diretta anche della puericultura più comune. Alla famiglia allargata, dove bambini, adulti e anziani vivevano e condividevano con naturalezza il ciclo della vita, si è sostituito il nucleo familiare caratterizzato da intimità e distanza”.
Quindi come è cambiato il modo di intendere il ruolo dell’ostetrica?
“In questi anni mamme e papà mi hanno rivolto le domande più eterogenee, ma tutte con la stessa intensità. La volontà è sempre quella di diventare dei buoni genitori. Credo che l’ostetrica abbia il dovere di saper ascoltare e capire le motivazioni, anche nascoste, che si celano dietro domande e dubbi ma, sopra ogni cosa, deve essere professionale, rassicurante e preparata –aggiunge la dott.ssa Zolesi – Il sostegno e la comprensione nella formazione della nuova famiglia sono fondamentali, ma devono essere accompagnate dalla presa in carico e dalla preparazione teorica. Queste caratteristiche differenziano l’ostetrica dalle numerose figure complementari sorte nell’ultimo ventennio, prime fra tutte la doula ed i gruppi di auto-aiuto, che spesso risultano essere l’unico punto a supporto delle neo-famiglie”.